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Studio Modus, il primo contatto tra i personaggi “Modulari”.

 

Studio Modus è l'incontro di professionalità e percorsi artistici differenti che hanno saputo convergere in un progetto madre. E' il vero punto di partenza della nostra esperienza creativa. E’ un contenitore, un'espressione di proposte creative, un acceleratore di idee di un organico di lavoro composto da musicisti, grafici, videomaker, fotografi, street artist, concept artist, installatori e tecnici audio/video. E' uno spazio in cui le idee prendono forma e le varie tecniche espressive riescono a fondersi per realizzare un prodotto tangibile. E, per naturale propensione, ogni progetto risulta diverso dal precedente e dal successivo, in una continuità data principalmente dalla voglia di sperimentare e confrontarsi. 

Le produzioni di Studio Modus hanno come fulcro videoclip e cortometraggi, intorno ai quali orbitano progetti satellite, come installazioni, performance ed eventi, per i quali svolge un ruolo di curatela e organizzazione. Molti dei progetti satellite sono nati dalla medesima necessità, che possiamo definire il nostro motore creativo, quale la sperimentazione. Sono infatti accomunati dallo studio e sviluppo della luce e di come renderla non solo parte integrante ma parte protagonista di un progetto.

Per sorreggere questo tipo di struttura progettuale è fondamentale avere a disposizione uno spazio fisico dove raccogliere idee, mezzi e persone. La base di decollo e possibile atterraggio per progetti esterni. Un connettore. Una sinapsi. Da qui, la nascita di Spazio Modu.

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Studio Modus

Dove nasce, chi lo cresce, chi ci cresce

Spazio Modu è un’idea che ha preso forma fisica. La sensazione di concretezza, parte intrinseca di uno spazio fisico, di una base, è il motore che spinge una mente, che sia individuale o collettiva, a creare processi creativi e a portare a terra progetti. La necessità di luoghi dove entrare, vivere e condividere è parte del nostro istinto, così come lo è Spazio Modu.

Una struttura di 400mq, incastonato tra le mura etrusche e le strade del centro storico di Perugia. Tre piani che attraversano letteralmente il terreno. Uno spazio improntato sulla post produzione audio e video, che mette a disposizione gli strumenti per sviluppare il pensiero creativo e trasformarlo in prodotto tangibile e raggiungibile. Spazi di co-working, studio di registrazione - post produzione, spazio espositivo riportano sul piano fisico Studio Modus.

Spazio Modu è un luogo polifunzionale, che mette a disposizione spazi di Co-working e una cabina insonorizzata per regia post produzione e acquisizione audio. Lo spazio si sviluppa su tre piani garantendo la massima efficienza da ogni servizio. Al primo piano troviamo le Postazioni veloci, perfette per giornate di studio e lavoro, immerse in un ambiente caldo e stimolante. Il piano intermedio presenta, oltre ad alcune postazioni veloci, le nostre Scrivanie riservate, posto ideale dove portare il proprio lavoro, accompagnato da comfort come Wi-fi riservata, armadietto privato, e la possibilità di usufruire della Sala Riunioni con grande flessibilità. Al piano terra, il Modulo, un box insonorizzato modulare con sistema Boxy, lo spazio di lavoro dei tuoi sogni, performante, professionale e pensato per garantire lunghe sessioni di lavoro in un clima acusticamente confortevole!

Il nostro obiettivo è creare un ambiente di lavoro proficuo e fecondo di occasioni, per mettere in contatto progetti e situazioni che possano aiutare a coltivare ancora di più la propria creatività e professionalità!

L’esigenza di avere una base nasce dal ruolo che ricerca e sviluppo hanno nel nostro lavoro, per darci e darvi gli strumenti e la possibilità di sperimentare.

Il nostro team si focalizza sullo studio della luce, sul suo utilizzo all’interno di scenografie e sullo sviluppo di oggetti dove la luce viene messa in rapporto con altri elementi per renderla tecnicamente funzionale.

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Progetto

Monocromo

Monocromo è il progetto pilota del nostro studio. Nato da un mero interesse e curiosità per una luce a sodio a bassa pressione, diventa in poco tempo un pozzo di possibilità e il fulcro della nostra attenzione. La ricerca, intensa sin dall’inizio, vede protagoniste due figure del nostro team, Raniero Giacchetti e Ludovico Lesina, che si imbattono in una complessa caccia agli elementi delle Luci SOX. Non essendo molti di essi più in produzione hanno modulato e accoppiato in modo diy le parti della lampada, per ottenere infine l’effetto desiderato, il funzionamento. Superato il primo scoglio, da cui in realtà ci si tuffavano essendo la costruzione parte integrante della loro metodica in ogni progetto, e perciò per loro un divertimento, una sfida eccitante, siamo poi arrivati al  punto di inizio, come trasformare la luce nella chiave di lettura per la percezione della realtà.

Nasce quindi l’esigenza di trovare un modo per valorizzare l’oggetto. Dobbiamo fare un passo indietro e parlare di cosa fanno effettivamente queste luci. Vecchie gallerie, vecchi lampioni di notte, nebbia. Solitamente usiamo queste tre immagini per portare subito l’ascoltatore a vedere la luce di cui parliamo. Sodio a bassa pressione, luce gialla, intensa, che batte anche la nebbia. Queste sono le luci SOX che, se poste in un contesto circoscritto, hanno il potere di rendere tutto monocromatico. Non si distinguono più i colori, il rosso diventa grigio, il blu diventa grigio, tutto diventa grigio.

E’ qui che entra in gioco il lato performativo di Studio Modus, il Progetto Monocromo!

Fondamentalmente, l’effetto che si ha quando si entra nella bolla SOX, è di destabilizzazione, cambia la percezione di quello che si ha attorno.

Percezione. Parola chiave. Sblocco. Punto focale, protagonista di tutti gli embrioni nati nella bolla. Studio Modus pone così la costante e la mette a disposizione di chi la sa leggere e rielaborare. La dona all’artista, la dona allo scenografo, la dona allo spazio, tracciando il filo conduttore e l’incipit dello scopo del prodotto finale, Qual è la percezione della realtà, cosa è, se c’è, e se c’è, quanti modi ci sono di leggerla, se va letta, o va lasciata lì a dormire, o dormiamo noi, cullati dall’inconsapevolezza, che a volte forse è un letto più caldo e confortante.

Progetto embrione

Installazione dove la percezione del colore destabilizza lo spettatore che, trovandosi faccia a faccia con la lettura della realtà circostante, è indotto a mettere in discussione quelle che sembrano, a primo impatto, certezze. L’uso di luci SOX, sodio a bassa pressione, di due oggetti di scena e una registrazione audio di un racconto, rende l’esperienza essenziale ed immersiva.

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